“Stefano Caglioni è nato il 13 aprile del 1950 e tutt’ora è vivo e risiede presso la casa di ricovero Santa Maria Ausiliatrice ONLUS di Bergamo (il nuovo Gleno).
Il maestro Caglioni ha sempre dipinto fin da piccolo, anche perché l’arte del dipingere faceva parte di quella famiglia già da diverse generazioni: la sua nonna materna dipingeva e pure suo padre, il Signor Gianfranco Caglioni, figlio del proprietario dell’azienda Mulini Caglioni di Bergamo.
Ha iniziato a dipingere “seriamente” a seguito del suo primo scompenso avvenuto all’incirca all’età di 17 anni (1967). Nel 1970 era appassionato all’arte moderna di quei tempi: da Picasso, a Modigliani a De Chirico mostrando uno studio del colore e delle materie molto dettagliato, singolare.
In quel periodo Stefano produceva opere molto originali, più pensate e tecnicamente elaborate nel messaggio e nel contenuto rispetto a quelle più istintive successive. Lavorava su sfondi di cementite tirando e diluendo il colore con stracci, utilizzando e variando la tecnica che disse d’aver appreso dal maestro Emilio Scanavino a Genova. Successivamente la sua creazione selvaggia ripropone un immaginario scatenato. In qualche modo questa dimensione si ritrova nelle sue creazioni pittoriche che si mostrano a volte come cariche di un simbolismo colto e altrettante volte trascendono questa dimensione culturale sperimentando la relazione tra creatività e disordine psichico.
Grazie ad alcuni amici di Stefano si è potuto ammirare molti suoi pezzi durante le diverse mostre che gli son state fatte: la prima fu fatta nel giugno del 1996 all’interno della chiesa di Sant’Agostino dove si poterono ammirare alcune sue opere che produsse dal 1983 al 1996. Nel 2000 al Quadriportico di Bergamo, lungo il Sentierone esposero altre opere di questo artista e i promovitori furono amici, giornalisti, politici, commercialisti e avvocati.
In questi anni vennero poi esposti molti suoi quadri all’interno di diversi locali di Bergamo: da bar alle gallerie d’arte, fino quando nel 2008 è stata riproposta un’ulteriore mostra lungo il Quadriportico, ma a differenza della prima, in quest’occasione chi allestisce la mostra riesce a riprodurre in dimensioni reali le pareti della camera da letto dello studio/alloggio di questo artista interamente dipinte da lui a sfondo mistico-apocalittico.
Alla fine di questo suo bizzarro percorso di vita, nel 2010 Stefano dedica il suo ultimo quadro alla sorella Carla. Smette di dipingere definitivamente per problemi di salute che lo portarono al ricovero in neurochirurgia per circa cinque mesi di cui uno passato in coma. Dall’ospedale di Bergamo viene poi trasferito presso la casa di ricovero dove tutt’ora vive”.
Eleonora Canali, “L’Art Brut di Stefano Caglioni: quando follia e creazione convivono”.
Tesi di Laurea, Università degli Studi di Bergamo, Facoltà di Psicologia Clinica (Sett. 2015)